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Global Market Outlook

Outlook sui mercati azionari Cercare aree di opportunità

Con l’avvicinarsi del 2025, le azioni statunitensi continuano a mantenere lo status di favorite, anche se un atterraggio morbido potrebbe offrire agli investitori la possibilità di ampliare i loro portafogli grazie alle small cap e ai mercati emergenti. Esistono anche altre aree di opportunità, tuttavia consigliamo un approccio selettivo.

tempo di lettura 8 min
Dane Smith profile picture
Head of North American Investment Strategy & Research

Per riprendere la famosa citazione dell’economista Benjamin Graham,1 nel breve periodo il mercato azionario opera come una macchina elettorale, influenzato dal sentiment e dai flussi finanziari, mentre nel lungo periodo funziona come una bilancia, dove i i fondamentali e le realtà economiche a definiscono l’andamento del mercato. Queste dinamiche oggi sono particolarmente pertinenti, con i mercati azionari globali che navigano tra le incertezze a breve termine, come la traiettoria dei tassi e gli esiti delle elezioni, accanto a cambiamenti strutturali più profondi quali le dinamiche demografiche, la frammentazione geoeconomica e la diffusione delle tecnologie trasformative. L’effetto di tali dinamiche su valutazioni e utili modella la nostra visione .circa il potenziale di rendimento del mercato azionario nelle varie aree geografiche e nei diversi settori.

Azioni USA: il Momentum continua

Prevediamo che le azioni Large Cap statunitensi manterranno il loro vantaggio strutturale rispetto ai mercati sviluppati (MS). Le aziende statunitensi continuano a assicurare redditività e crescita degli utili, due delle caratteristiche maggiormente apprezzate dal mercato, trainate principalmente dal settore tecnologico e in particolare dai cosiddetti Magnifici 7. Per il 2025 si stima una crescita degli utili del 15% e ci aspettiamo che la dinamica positiva continui in uno scenario di atterraggio morbido dell’economia.

Inoltre, questi utili appaiono resilienti agli interventi di politica monetaria e potrebbero beneficiare ulteriormente dei fattori positivi di natura politica. I pagamenti netti di interessi netti come percentuale dei profitti sono ai minimi storici, preservando il vantaggio di redditività degli Stati Uniti; la nuova amministrazione Trump e il Congresso a guida repubblicana potrebbero estendere il Tax Cuts and Jobs Act e adottare una posizione normativa più favorevole nei confronti delle big tech.

Questo avvantaggerebbe le large cap, ma potrebbe anche contribuire ad ampliare la performance a favore di settori più ciclici, magari con una rinnovata attenzione alla produzione di energia tradizionale o alla deregolamentazione del settore finanziario, contribuendo ad aumentare la crescita degli utili delle aziende di dimensioni inferiori (vedere Figura 1). I livelli di fiducia delle small cap statunitensi appaiono in una fase di stallo: il sentiment è rimasto invariato, nella speranza che i rischi si riducano e che dopo le elezioni emerga maggiore chiarezza riguardo le politche governative e la direzione della politica monetaria. Se entrambi dovessero essere favorevoli e se i mercati del lavoro rimanessero resilienti, potrebbe prospettarsi un rilancio delle small cap, considerate le valutazioni relativamente interessanti e l’elevato potenziale di crescita degli utili.

Le valutazioni sono spesso considerate un rischio per il progresso dei mercati, mentre l’analisi in corso dell’intelligenza artificiale (AI) e dei temi ad essa collegati solleva interrogativi sul momentum e sulla monetizzazione di queste innovazioni tecnologiche di grande importanza. Tuttavia, l’attuale rapporto price/earnings-to-growth (PEG) dell’S&P 500 è pari a 1,5x, inferiore alla media decennale.2 Al contempo, il PEG del settore informatico, pari a 1,7x, è solo leggermente superiore alla media decennale, il che dimostra che il mercato non è eccessivamente valutato rispetto al suo potenziale di crescita. Tuttavia, qualsiasi delusione sugli utili, in particolare da parte dei principali protagonisti, susciterebbe preoccupazione.

Azioni europee: i consumi restano un freno

Apparentemente, l’economia europea sembra avere molto da offrire: il tasso di risparmio delle famiglie è elevato, la crescita dei salari è solida, la disoccupazione è bassa e gli effetti della disinflazione sono positivi. Tuttavia, l’economia è ancora in ritardo a causa dell’effetto combinato dei consumi deboli, della scarsa domanda interna e da investimenti fissi ridotti, dovuti alla mancanza di fiducia nelle prospettive di crescita della regione. In questo scenario, non sorprende che le previsioni sugli utili siano state riviste al ribasso.

Le difficoltà della Cina costituiscono un ulteriore ostacolo, poichè la ripresa della domanda interna cinese richiederà tempo, e ancora più tempo per estendersi all’Eurozona. Questo rallentamento è particolarmente avvertito in Germania, dove la Cina è un partner commerciale importante, ed è ulteriormente accentuato dalla nuova incertezza politica tedesca.

Tuttavia, con una crescita degli utili di circa il 10% per il 2025 e con un multiplo price/earnings (PE) di 14x, inferiore alla media quinquennale, in Europa si possono trovare delle opportunità. Per l’Eurozona queste opportunità possono presentarsi in settori globali quali l’energia (con prezzi interessanti rispetto alle controparti statunitensi), la sanità (l’Europa vanta aziende leader a livello globale) e l’industria (leader nelle infrastrutture per l’energia pulita), che sono meno sensibili alla debolezza del consumo nei loro mercati interni.

Azioni giapponesi: occorre cautela

Nonostante i recenti successi, prevediamo una stagnazione per il mercato azionario giapponese, dato il rischio di volatilità dovuto alle nuove incertezze. Il forte impulso dell’inflazione e le prospettive di crescita che quest’anno hanno spinto il mercato azionario giapponese a superare il suo massimo dal 1989 potrebbero indebolirsi. La politica monetaria aggressiva e l’incertezza politica introducono nuovi rischi che potrebbero neutralizzare i fattori positivi in gran parte già prezzati. L’aspettativa di un aumento dei rendimenti obbligazionari, il declino dello yen e il rimpatrio dei capitali probabilmente eserciteranno una pressione al ribasso sul premio per il rischio azionario, causando un cambiamento nella propensione al rischio degli investitori che potrebbe favorire il mercato obbligazionario rispetto al quello azionario, specialmente durante la transizione politica del Giappone. Sebbene negli ultimi dieci anni le azioni giapponesi abbiano tipicamente registrato dei rally positivi dopo le elezioni, questa volta il fenomeno potrebbe non verificarsi se la carica di Primo Ministro dovesse seguire il continuo avvicendamento dei recenti predecessori.

Azioni cinesi: lo stimolo è una soluzione a breve termine

Sebbene offra un impulso al mercato azionario del Paese, lo stimolo recentemente annunciato dalla Cina rappresenta solo una soluzione a breve termine. Non risolve i problemi strutturali, sollevando dubbi sulla durata del rialzo. I livelli di debito cronici della Cina, l’eccedenza di abitazioni con i consumatori che sono per il 70% dipendenti dal mercato immobiliare e il peggioramento demografico generano problemi strutturali che influenzano negativamente la domanda e il sentiment dei consumatori. Il piano della People’s Bank of China (PBoC) per ricapitalizzare le banche potrebbe non produrre a lungo termine i risultati sperati, poichè le misure finora adottate non sono sufficienti a risolvere il problema di fondo: la carenza di domanda, come evidenziato dal calo degli Investimenti Diretti Esteri (vedi Figura 2), dal consumo interno debole e dalla crescita economica al di sotto degli obiettivi. Fino a quando questi problemi fondamentali non verranno affrontati, prevediamo che la Cina faticherà a mantenere una crescita elevata e un buon andamento del mercato azionario.  

Azioni dei Mercati Emergenti: previsioni favorevoli

I mercati emergenti sembrano promettenti, grazie al potenziale di crescita economica, alle solide stime sulla crescita degli utili e all’allentamento delle pressioni inflazionistiche. Il calo dei tassi d’interesse, in particolare negli Stati Uniti, potrebbe fornire un’ulteriore spinta favorevole, sebbene non sempre i risultati corrispondano alle aspettative.

I rischi geopolitici probabilmente limiteranno l’entusiasmo e manterranno forte il dollaro USA, mentre la frammentazione economica causa rallentamenti. Inoltre, nonostante valutazioni interessanti, la maggior parte dei mercati emergenti non dispone di un elevato ritorno sugli utili (ROE) e di margini che possano attirare gli investitori. Tuttavia, i rischi peculiari di questi paesi offrono opportunità per gli investitori nei mercati emergenti più ampi, che includono azioni redditizie con un potenziale di crescita più elevato, in particolare tra le small cap, mentre gli investitori ripristinano una posizione sottopesata a un livello neutrale.

Idee d’investimento

1 “Nel breve periodo il mercato opera come una macchina elettorale, mentre nel lungo periodo funziona come una bilancia” The Intelligent Investor (L’investitore intelligente), Benjamin Graham

2 Fonte: Bloomberg Finance L.P., al 31/10/2024

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